I nomi della Maremma

Usati da Antica Sartoria di Maremma

Albatrella

Frutto dell’albatro, Arbutus unedo (corbezzolo). Bacche sferiche del diametro di circa cm. 2 ricoperte da una spessa scorza formata da granuli, maturano in autunno, dopo un anno dalla fioritura; solo allora le albatrelle presentano il caratteristico colore rosso scuro, diventano morbide al tatto e con la polpa carnosa. Il sapore è estremamente delicato: per questo motivo, data la scarsa sapidità del frutto, la parola “albatrella” in Maremma viene anche utilizzata come sinonimo di persona sciocca e insignificante.

Botrone

Avvallamento formato da terreno franoso.

Brigante

Genericamente è un bandito, un fuorilegge armato. Nell’accezione comune è il malvivente che assalta i viandanti in aperta campagna, solo o aggregato in bande. Nell’immaginario collettivo e’ visto come una persona crudele e sanguigna, benché talvolta sia stato mitizzato. Questo personaggio trova una precisa connotazione storica nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, il brigantaggio era una delle piaghe più evidenti della provincia di Grosseto.

In Toscana i briganti erano in genere solitari: ebbero degli allievi, imposero il loro stile, ma mai li colse l’ambizione di comandare piccoli eserciti. Diventarono fuorilegge più che altro come scelta di un modo di vivere, un mestiere senza precisi riferimenti di carattere ideologico. Il primo brigante a lasciare un segno nella storia locale fu Enrico Stoppa, che imperversò nell’orbetellano dal 1853 al 1863. Gli altri nuclei più importanti erano quelli di Domenico Tiburzi e quello di Ausini, Albertini, Fioravanti, Ranucci, Settimio e Domenico Menichetti. Chi erano i briganti, dei delinquenti comuni o dei gentiluomini che rubavano ai ricchi per dare ai poveri? L’onorevole Massari definì il fenomeno del brigantaggio come “la protesta selvaggia e brutale della miseria contro le antiche e secolari ingiustizie”, legato all’esistenza delle grandi tenute maremmane e delle tensioni sociali.

Non a caso i più gravi episodi di violenza si verificavano ai danni di guardiani, guardiacaccia, fattori, carabinieri e altri rappresentanti del potere padronale e dello Stato. Molti banditi erano avvolti da un alone di leggenda e circondati dalla simpatia popolare. In Maremma il brigantaggio era caratterizzato da una forma di tassa ai danni dei grandi proprietari che tenevano in pugno l’economia agricola della zona; per gli insolventi il ricatto era l’incendio, tipico mezzo di reazione anti-padronale dei braccianti maremmani. Il brigantaggio fu debellato alla fine del diciannovesimo secolo. Pochi briganti finirono ammanettati: i più preferirono cadere sotto il piombo dei carabinieri piuttosto che arrendersi e finire agli arresti.

Chiorba

Testa.

Elba

La maggiore fra le Isole dell’Arcipelago Toscano, è la terza fra quelle italiane. Le coste, in genere alte e rocciose, sono molto frastagliate con numerose sporgenze ed insenature. Qui ha sede Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Un’antica leggenda narra che quando la Venere Tirrenica nacque dalle onde del mare, si ruppe il gioiello di cui la dea era adorna. Il diadema e le sue gemme caddero in acqua trasformandosi nell’Elba e nelle altre isole dell’Arcipelago Toscano.

Erpico

Erpice (in Maremma erpico) Macchina agricola usata per la lavorazione superficiale del terreno mediante denti o lame o dischi d’acciaio disposti in verticale. Affila la terra da poter permettere la copertura delle “sementi“.

Forasacco

Spighetta secca fornita di peli rigidi e pungenti, appartenente al genere delle graminacee.

Inguastito

Molto irritato, arrabbiato. E’ anche usato come aggettivo per indicare che una tal cosa è molto forte es. “sto peperoncino pizzica inguastito”.

Legaccio

Qualsiasi tipo di nastro, cordoncino o laccio che viene utilizzato per legare.

Madia

Mobile in legno a sponde alte utilizzato per impastare il pane e conservare la farina o altri generi alimentari.

Pastrano

E’ un mantello di tessuto grossolano, un tempo indossato dai poveri o dai pastori. Era un soprabito simile al ferraiolo (mantello usato in determinate occasioni sopra l’abito talare), con bottoni, bavero, maniche e pistagna (pezzo di stoffa imbottita, utilizzata come copertura per il colletto o il bavero.

Poventa

Luogo riparato dal vento.

Prunella

Susina o prugna.

Restone

Quel lembo di terra, aspro e cespuglioso, che costituisce la cassa di espansione dei fiumi durante le ondate di piena.

Scalandrino

Piccola scaletta doppia, in legno, impiantata sulle bordure per attraversare le siepi che dividono i campi.

Sciabordito

Una persona con poco cervello, stupida, intontita e poco furba.

Sciucciolo

Nome dialettale della Centaurea solstitialis. Pianta spontanea con spine conosciuta anche con il nome di fiordaliso giallo. Fiorisce da giugno a settembre e predilige luoghi aridi, incolti e pietrosi, oliveti e margini di strade. E’ pianta mellifera e di essa si cibano gli ovini prima della comparsa delle spine nei capolini. Risulta però tossica per i cavalli.

Spucinio

Buttare all’aria, ma anche fare una strage, un massacro, una carneficina.

Tischio

Terreno scistoso, ricco di pietre fini e scogliose.

Trampalo

Termine dal doppio significato. Utilizzato per Trampolo. Ciascuno dei due lunghi bastoni che, ad una certa altezza, sono uniti da una mensoletta su cui si appoggiano i piedi, in modo da poter camminare mantenendosi a distanza dal suolo. Questi strumenti vengono usati per attraversare acquitrini o per gioco nelle mascherate. Usato in maremma per attraversare i fossi d’acqua in piena. In Maremma indica una persona di intralcio.

Trapelo

Cavallo da tiro. Deriva dal latino “potelum” tiro in avanti.

Uscio

Porta.